
In che modo valutiamo l’individuo buono e il malvagio?
Quali sono i criteri di misurazione? Riflettiamoci per un attimo prima di continuare a leggere.
Sono cattolico, abito in Italia, precisamente in Calabria. Dunque reputo le persone intorno a me buone o meno buone in base ai criteri che si sono cristallizzati nella mia coscienza. Ci siete fin qui?
Proseguiamo. Ho imparato a considerare, quindi a giudicare, in base a dei criteri fondamentali per la società. Sono cresciuto come tutti gli altri, sono andato all’asilo, poi alle elementari, alle medie e così via, strada facendo ho fatto la confessione, la comunione e la cresima. Ho festeggiato ogni evento oppure non ho festeggiato, adesso sono cattolico. Quindi in che modo individuo il “buono” nelle persone? Cerco nel passato della loro vita, se hanno percorso questa stessa strada, se sono cresimati, laureati, che ruolo giocano nella società, cosa rappresentano, in questo modo posso valutare effettivamente se c’è del buono in essi.
Spero che mi stiate seguendo, perché è qui che si svolge l’inganno, un sistema meccanico di cos’è il buono ed il buonismo senza vederne l’effettiva realtà.
D’altro canto questo metro lo si adopera in ogni altra parte del mondo, cambia soltanto il passato, il trascorso, la religione che si ha in dote, e quindi tutte le tradizioni che ne derivano.
(l’articolo continua dopo la foto in basso)
Ora, se state riflettendo seriamente e state seguendo da vicino la questione, dobbiamo domandarci se vi è un metro con un filo conduttore, ossia qualcosa che abbia a che fare con il buono direttamente, e che sia specialmente uguale per ogni nazione, continente o essere vivente.
Come il sole sorge allo stesso modo, cambiando solo il tempo fra un continente e l’altro, anche l’umiltà, la saggezza, l’amore, la pace, avrà un filo conduttore. Noi dobbiamo impegnarci nel comprendere in che modo un uomo è definibile buono diversamente dal buonista, ed in quale circostanza. Il buonismo ha che fare con la morale, non tiene conto della totalità della vita, bensì crede piuttosto in un’ideologia di buonismo.
Può essere definito buono un atto di crudeltà? Cos’è la crudeltà? Mi seguite?
Stiamo attenti alle parole e ai meccanismi inconsci che ci tengono addormentati, e indaghiamo con cura la crudeltà. Non definiamo immediatamente secondo i nostri parametri, andiamo a fondo.
La crudeltà, possiamo affermare, è l’atto che generà malvagia, odio, dolore, sintomo di conflitto, atrocità, dunque qualsiasi cosa che abbia a che fare con sentimenti impuri è crudele. A prescindere dalla religione, dalla fede, dall’idea che si ha in merito ad uno stile di vita paradossalmente accettato come normale.
Guardiamo i fatti.
Cosa mangio, che lavoro svolgo, quali sono le mie azioni, c’è qualcosa in esse che conducono alla crudeltà anche solo indirettamente? Siate seri nel rispondervi, non mentite a voi stessi, altrimenti nessun cambiamento potrà mai avvenire in voi stessi. Mangio carne, pesce, desidero la macchina con i sedili in pelle, lavoro nell’azienda più grande di polli, sono un politico con abbastanza potere di decidere se aderire o meno ad una guerra. Sono tutto questo, ma mi è concesso farlo perché anche cristo mangiava carne e regalava i pesci in suo onore, sono un politico ed ho il dovere di difendere la mia nazione quindi attacco e mi difendo persino se ciò comporta morte e miseria. Tutto questo genera crudeltà, di conseguenza dobbiamo accettare di essere crudeli.
Accettiamolo, materializziamolo dentro di noi, siamo consapevoli di quello che siamo, e solo successivamente possiamo trasformare questa realtà di buonismo in esseri buoni di fatto!
L’uomo deve ritrovare se stesso affinché si possa riscoprire cos’è realmente la vita, altrimenti niente potrà cambiare le sorti dell’estinzione della specie, laddove siamo diretti.
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”A volte dobbiamo apparire per quello che realmente non siamo”. La società è un imbuto che decanta tutti in una dimensione di illusionismo. Una sconfinata
In che modo valutiamo l’individuo buono e il malvagio? Quali sono i criteri di misurazione? Riflettiamoci per un attimo prima di continuare a leggere. Sono
Posso vivere fra gli uomini ma non collaborare con essi. Noi cittadini, formiamo una struttura in egual modo di come si costituisce una società responsabilità
Vi sono diversi stati di coscienza, ovvero strati di consapevolezze, dimensioni in cui gli uomini gettano le basi per sopravvivere. All’interno c’è l’idea del commerciante
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