i libri
Sono anni che impiego il mio tempo all’interiorità, “all’Essere” piuttosto che “ad Essere”.
Leggere è fondamerntale, perdersi è facile.
Se provassimo a guardarci intorno, sarebbe poi difficile continuare a perpetuarsi. Il problema, di fatto, è che noi osserviamo le cose e gli uomini, persino noi stessi, con molta superficialità e non solo, manca nell’osservazione la consapevolezza di ciò che si sta osservando. I nostri occhi, organo significativo e decisivo per l’uomo, sono educati ad una visione ristretta della vita, ovvero essi vedono solo ciò che la mente è imparata e abituata a dover vedere, poiché condizionata dall’educazione ricevuta. Dovrebbe essere spontanea volontà voler comprendere il processo dell’intero cervello, mentre in questo caso di volontà c’è né ben poca. I nostri occhi vedono e misurano senza mai approfondire né si interessano fino in fondo cosa e come si sta misurando e valutando. Abbiamo adoperato le parole misurano e valutano perché oggi pronunciare la parola giudizio è pericoloso, ad ogni modo è la stessa ed identica cosa, il giudizio non è altro che un confrontare e misurare. Quindi se provassimo a riflettere attentamente, ad esempio quando ci ritroviamo a camminare per le vie del centro con un amico o un compagno, ognuno di noi osserverà cose diverse, appunto perché il centro, ove sono depositati gli interessi personali e le conoscenze accumulate, si sono costruite in ambito e circostanze diverse di vita. Spesso capita di richiamare l’attenzione della persona accanto volendone far notare quel bel negozio o bella donna, ma il risultato come vi dicevo sarà di non incontrare lo stesso entusiasmo. Ciò è decisamente normale, sono gli occhi che nutrono diversi interessi. Vi starete domandando cosa centra l’accettazione in tutto questo, bè mi sembra anche normale che ve lo domandiate, un po’ meno però se provassimo a pensare e a indagare molto più a fondo. Abbiamo detto che gli occhi sono influenzati da un centro che condiziona il dove, il come e cosa guardare, in questo spazio circoscritto e immaginario che è il centro degli interessi, si sono radunati i piaceri, che generano i cosiddetti desideri. Tuttavia in questo centro e spazio limitato, non c’è stata alcuna volontà intenzionale di mettere o togliere contenuti volendone misurare l’utilità o la dannosità con consapevolezza e corretta comprensione, al massimo abbiamo integrato o soppresso qualcosa per ordinario intuito, generando percezioni negative o positive in base alle circostanze. Quindi ciò che è venuta a mancare all’individuo e alla propria coscienza, è l’ingrediente principale – ossia la consapevolezza, ovvero la corretta visione della vita che tuttavia ha deformato con innaturalezza così ogni possibile scelta. Abbiamo semplicemente accettato tutto quello che dentro già c’era, ciò che si è insediato nel percorso degli anni e che non è stato esplorato e reso comprensibile all’essere e alla consapevolezza. Così di conseguenza “IO SONO” un individuo che non appartiene alla creatività del mio essere consapevole e naturale. Pochi di voi comprenderanno un processo simile di incoscienza, inconsapevolezza e poca intelligenza. Quest’ultima, l’intelligenza, così come intesa comunemente non possiamo tenerne conto, perché ormai radicata in un centro fondato sulla materia e le capacità mentali di un individuo, ovvero alla reattività di azionare ciò che già dentro vi è e che voi non avete in nessun modo analizzato e trasceso. Quindi un’intelligenza senza consapevolezza è come un fiume senza mare.
Riflettiamo più approfonditamente.
I bambini hanno sin dalla tenera età degli idoli. Da piccoli sono affascinati da giocatori sportivi di successo, attori di fama mondiale o da cartoni animati, man mano che cresceranno, di pari passo, saranno avvolti dal desiderio di diventare qualcuno in grado di soddisfare i desideri che sono fioriti dal fascino nutrito dagli stessi idoli. I desideri a questo punto sono anch’essi ormai sono grandi e indomati. Ora, chiediamoci, come entreranno a far parte della coscienza di un bambino tali desideri e idoli? I genitori, gli insegnanti, gli educatori, gli zii, i conoscenti, ossia coloro che gli idolatrano, che ruolo hanno nel susseguirsi delle generazioni, ovvero negli adolescenti? I bambini sono attratti dalla materia sin da quando i cosiddetti “Grandi” gli trasmetteranno questo fatto increscioso, gli faranno percepire che è bello avere – e – brutto non possederne. Poniamo un giocattolo quando il piccolo piange e lo toglieremo quando farà il cattivo, così inizia a costruirsi il centro di cui abbiamo parlato e che accetteremo da grandi senza nemmeno poter obiettare. Tranne se qualcuno di voi vive sulla Luna, il processo in questo caso cambierebbe, purtroppo però ancora sulla luna non si può vivere e quindi ogni essere umano vive in questa dimensione confusionaria, instabile, fatta di inconsapevolezza di cos’è la vita e della totalità cosmica. Nessuno di essi nella fase della maturità di essere umano, ha la possibilità di poter trascendere la morsa della società, che è fondata e costituita come detto dai genitori, dagli insegnanti, dai politici, dai preti, dai monaci, insomma da tutti coloro che portano una targa per identificarsi nella società e che vengono addirittura riconosciuti con onorevoli trattamenti o disprezzamenti. Tutti e allo stesso modo sono vittime, ormai uccise, morte alla consapevolezza di cos’è la libertà e quindi la vita e l’amore.
Sono anni che impiego il mio tempo all’interiorità, “all’Essere” piuttosto che “ad Essere”.
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