
Perché dovrei smettere di mangiare carne se poi tutto il mondo la mangia?
Perché dovrei limitarmi a tagliare legna se tutto il mondo brucia?
Perché dovrei prendermi cura dell’ambiente se le industrie continuano a inquinare?
Insomma il pretesto è sempre pronto ad accomodare la nostra ingordigia, alla quale ci aiuta a poter continuare a vivere senza preoccuparci, né di prenderci cura soggettivamente, della vita. In questi giorni abbiamo dato vita ad una nuova iniziativa (vedi articolo: https://bit.ly/3h2YL1p), perché dare il proprio contributo è l’unica cosa fattibile al fine di migliorare la qualità della vita. Aspettare che gli altri iniziano per poi accodarsi è rudimentale e poco efficiente affinché qualcosa inizi seriamente a cambiare. Quando mi ritrovo a dover parlare con persone, che curiosi del fatto che io non mangio carne, mi domandano, perché questa scelta se poi la carne continua ad essere consumata? L’unica risposta che mi vien da dare è: perché allora visto che ci sono gli assassini non uccidiamo pure noi quando litighiamo per strada quando ci fregano il parcheggio? Detto questo, non ho mai provato a convincere nessuno a doversi privare della carne oppure si pulire le spiagge dalla plastica. Certo che, nessuno comprenda la correlazione, mi vien da ridere.
Non bisogna cercare nelle proprie azioni dei risultati imminenti come ad esempio il desiderio di raccogliere gratificazioni personali ed accrescere la propria personalità attraverso il gesto che si starà compiendo, oppure delle soddisfazioni o cose simili, bensì dobbiamo comprendere qual è la cosa più giusta che serve in questo momento affinché la vita venga preservata e custodita. In questo caso l’azione è efficiente e concreta. Ciò richiede un impegno non solo culturale, scientifico ed informativo, ma dobbiamo diventare sensibili sull’argomento, andare oltre l’appagamento egocentrico della personalità, oltre il desiderio di apparire su una rivista o in un corteo per ritirare la lettera di ringraziamento in pubblico.
Attenzione essere sensibili è ben diverso dall’essere moralisti. Sensibile significa essere consapevoli che l’ambiente necessita di essere rispettato perché è qui che si svolge il ciclo primordiale dell’ossigeno, della quale noi stessi respiriamo. Gli animali contribuiscono anch’essi al ciclo della vita e vanno custoditi come specie, non diventando animalisti per poi essere in conflitto con il mondo intero, ossia consapevoli di ciò che bisogna mangiare in base all’organismo umano e dal fatto che la carne possa a prescindere far male agli uomini. Questo è prendersi cura del proprio corpo riducendo l’abuso dei medicinali, medicinali che oggi hanno l’orribile “COMPITO” di sostituire questa consapevolezza. Certo che, se fossi un imprenditore di farmaci, desidererei che questa consapevolezza venga a mancare, investirò nella società affinché possa distrarti il più possibile per farti ammalare, cosicché tu possa consumare i miei farmaci, ma se in quanto uomo fossi intelligente, consapevole, se mi informo adeguatamente e senza preconcetti confezionati, senza adoperare sistemi e credenze meccaniche, allora la mia vita cambia e non ho bisogno più che gli altri lo facciano insieme o prima di me.
Sono a conoscenza che io basto per cambiare ciò in cui credo, per poter migliorare me stesso e la qualità della vita organica, il resto sarà una conseguenza.
Dare vita a queste iniziative sono una conseguenza a ciò che noi per primi siamo, altrimenti i fini sarebbero diversi da quelli che il sottoscritto ha in ogni progetto che vi partecipo, come detto le azioni devono essere inquinate dall’egocentrismo personale. Fate qualcosa nel vostro piccolo, sentitevi parte, cercate la verità ovunque per poter essere consapevoli delle vostre azioni. Il resto vien da sé!
Un Saluto Antonio!
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